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Tholos e pietre a secco

L’Abruzzo montano, uno scrigno in cui sono conservati ambienti naturali unici, nel cuore dell’Italia centrale. Luoghi preziosi e protetti, sorprendenti e affascinanti, fruibili per tanti tipi di turismo, che danno il gusto dell’avventura, della scoperta.  Insomma, una natura tutta da scoprire. I Tholos della Majella, rappresentano una meraviglia  anti-ingegneristica dell’Abruzzo.

Per strappare terra e pascolo alla montagna, con la pietra i pastori e i contadini della Majella hanno scritto un capitolo non trascurabile della storia dell’architettura abruzzese, dando vita a una tipologia di costruzioni spontanee frequentissime sulle balze ed  i pascoli della montagna: le capanne a tholos, dette in dialetto “pajare”. Innalzate con un ingegnoso sistema di costruzione a secco, senza l’uso di cementi, il principio costruttivo su cui si basano non conosce i fondamenti ingegneristici né degli archi, né della volta. L’elevazione, infatti, avviene per sovrapposizione concentrica a rastremare di ricorsi di pietre. Ogni giro di pietra  viene semplicemente poggiato su quello inferiore, spostato leggermente verso l’interno di qualche centimetro. In questo modo, a fine costruzione, come per magia, solo un’ultima pietra poggia sulle altre a chiudere la pseudo-volta così realizzata. La struttura non implode perché ogni pietra risulta concatenata a spinta con le vicine.

Geniali poi i metodi usati per creare gli ingressi alle capanne, che variano dal semplice architrave orizzontale fatto con un unico blocco di pietra allungato, a diverse forme di archi o triangoli di scarico, ottenuti con varie pietre puntellate le une contro le altre. 

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